︎︎︎ corpo








Sento bruciare, un dolore mi trafigge, dalle labbra, alla bocca, su per l'addome fino alla punta dei miei capelli. Tutto è tirato come un filo teso fino alla sua rottura.

Sento le ruote sotto ai piedi che scoccano il loro ritmo meditativo, ripetitivo, del flusso della cita che avanza inesorabilmente, senza indugio verso chissà quale direzione.

Le città continuano a cambiare forma, nome, ma non varia il loro seme, il modo in cui lo spargono e permettono continue e insistenti "contaminazioni".

Il movimento ritmico delle persone, la loro puzza, le loro gambe molli smuovono lo strato di terra al di sotto dei piedi, che umile si lascia calpestare, senza indugio, osservando migliaia di anime circovagare alla ricerca della loro luce.

Il mio ventre continua ad esalare, alzarsi e abbassarsi, come le onde di un mare nero, tentando di riempirsi da solo, compensare la mia rimozione, forzata, e il mio introdurre. Una bile viscosa, dolce, rossa, si trova al suo interno.
Anima i miei movimenti, verso un tepore a me sconosciuto.